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Qual è la spesa ICT della Pubblica Amministrazione in Italia? Il report dell’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) dice che è in crescita rispetto agli anni precedenti.

È stato pubblicato il report AgID che illustra qual è l’andamento della spesa ICT effettuata dalla Pubblica Amministrazione italiana nel corso del triennio 2019-2022.

Tale crescita coinvolge tutti i settori, dalla Sanità all’Istruzione.

Questi dati sono frutto dell’analisi svolta su un panel di 74 enti: 26 Amministrazioni centrali, 21 Regioni e Province Autonome, 13 Città Metropolitane e 14 Comuni capoluogo delle Città Metropolitane.

SPESA ICT IN CRESCITA:

L’utilizzo di tecnologie digitali è elemento imprescindibile per tutti, dai cittadini alle imprese. La pandemia le ha rese più pervasive accelerando anche il processo di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione.

L’andamento della spesa ICT della PA in Italia dopo una crescita progressiva nel periodo 2016-2019, ha subito un rallentamento nel 2020, da attribuire senza dubbio dall’emergenza Covid-19, per poi tornare a crescere nelle previsioni per il 2021 e il 2022.

Nel 2020, infatti, la spesa ICT si è caratterizzata per un trend di crescita inferiore ad eccezione dell’Education che ha registrato un incremento del 10,5% rispetto al 2019 e una spesa complessiva di 420 milioni di euro, destinata principalmente alla implementazione dei sistemi di didattica a distanza.

A subire il minor rallentamento della spesa per beni e servizi ICT, è stata la Sanità che ha evidenziato un incremento del 5,1%.

Le Regioni, le Province e le Aziende sanitarie hanno sviluppato sistemi di accesso alle prenotazioni dei servizi sanitari e servizi di telemonitoraggio per garantire assistenza ai malati cronici. Le Regioni, inoltre, hanno provveduto ad implementare sistemi di prenotazione per la somministrazione dei vaccini, oltre a garantire il funzionamento dei sistemi.

Il report ci mostra, anche, che nel 2021 c’è stata una ripresa del trend di crescita pari al 5,7% per un valore complessivo di circa 6.547 milioni di euro, guidata ancora una volta dai settori Education e Sanità, che rispettivamente segnano un incremento dell’11,9% e del 6,8%.

Seguono le PAC per cui si prevede comunque una crescita superiore al 5% e le Regioni e Province Autonome, che evidenziano un trend analogo. Sempre positivo anche se contenuto l’andamento previsto per la spesa dei Comuni.

CLOUD:

Le Pubbliche Amministrazioni ha fatto un intenso utilizzo dei servizi cloud in tutti i comparti: ne fanno ricorso il 90% delle Regioni e Province autonome (19 Enti), l’89% delle PAL (24 enti) e l’88% dalle PAC (23 enti).

L’approccio verso il cloud appare di tipo strategico, per la maggior parte dei casi presi in considerazione (38 Enti): cloud-first e journey to cloud sono le modalità più citate di migrazione.

A fine 2020, la spesa sostenuta in ambito cloud dagli Enti ha raggiunto i 70 milioni di euro, registrando una crescita di oltre il 43% sul 2019. Incremento previsto anche per il biennio 2021-2022, anche se con tassi in graduale consolidamento.

CYBERSECURITY:

Sono aumentate le minacce cibernetiche, quindi, la Pubblica Amministrazione ha dovuto agire per adeguare le proprie infrastrutture così da offrire servizi efficaci e soprattutto sicuri.

Le decisioni maggiormente diffuse a riguardo sono:

  • gestione della cybersecurity in capo a risorse IT pur in assenza di un ufficio o dipartimento specificatamente dedicati
  • la cybersecurity è indirizzata da una specifica direzione sicurezza: la presenza di direzioni di questo tipo si rileva prevalentemente delle PAC;
  • la sicurezza è gestita da un ufficio autonomo all’interno della divisione IT
  • le scelte in tema cybersecurity sono guidate da un gruppo interfunzionale in staff all’intera organizzazione.

Nella maggioranza dei casi, gli Enti presi in considerazione effettuano Cybersecurity Risk Assessment o Cybersecurity Assessment con l’obiettivo di identificare gli asset che possono essere maggiormente soggetti ad attacchi; coloro che non svolgono questo tipo di interventi prevedono di iniziare a farlo entro massimo il 2022.

La prevenzione e la difesa dalle minacce informatiche avvengono anche tramite una corretta informazione dei dipendenti e dei collaboratori interni alle Amministrazioni, dal momento che molti incidenti di sicurezza risultano imputabili ad errore umano o a comportamenti non allineati a policy o a linee guida.

Nel caso in cui si presenti la situazione di un attacco informatico le Pubbliche Amministrazioni devono essere in grado di rispondere e, quindi, devono prevedere un piano di Disaster Recovery che consenta di risolvere i problemi causati.

La spesa totale in sistemi e servizi per la cybersecurity ha superato, tra gli Enti considerati, 114 milioni di euro nel 2020, in crescita di oltre l’11% rispetto al 2019.

“Complessivamente, a contribuire maggiormente alla spesa totale sono le Amministrazioni centrali (64% del totale nel 2020) e le Regioni e Province autonome (30% circa), mentre contribuiscono marginalmente gli Enti locali con il restante 6% circa […]

Il tema delle risorse economiche da destinare alla cybersecurity così come quello della carenza di competenza rappresenta uno dei nodi da sciogliere per intraprendere un percorso di digitalizzazione senza avere falle sul fronte della sicurezza.”